I colori del vino – La degustazione prosegue

I colori del vinoOggi ho fatto una scoperta che per molti non sarà tale, trattandosi di un’evidenza sotto gli occhi di tutti ma per me, noto scopritore di acqua calda, rappresenta un’illuminazione. Recentemente, mi è capitato di vedere una palette con gli undici colori di base dei vini e, subito mi ha colpito la corrispondenza con i colori delle antiche case genovesi, da Camogli a Portofino, da Boccadasse alle Cinque Terre.

CamogliAndando a riprendere una mia vecchia fotografia di Camogli, ho potuto cogliere le sfumature del Vermentino con il suo tono paglierino, il dorato del Passito delle Cinque Terre, l’ambrato dello Sciacchetrà, il rosa tenue del Rosato del Tigullio, il Ciliegiolo. E poi il rosa chiaro dell’Ormeasco sciacchetrà, i porpora del Ciliegiolo novello, il rosso rubino del Rossese fino al granato del Dolceacqua invecchiato.

Il vinoCosì, vini liguri dipingono le case antiche e, cavalcando l’idea, mi sono procurato diverse bottiglie in modo che l’artista di casa possa ricreare i suoi paesaggi con un tocco di genovesità in più.

Foglie

Foglie acquerello

Conto le foglie del bosco e raccogliendole mi parlano accavallano le voci le une alle altre. Mi accorgo che è quando le prendo in mano che con il loro fruscio cantano la loro storia, alcune riferiscono la propria, altre invece riportano racconti più vecchi

ascoltati chissà dove, forse echi trasportati dal vento che le hanno irretite in un turbine e fatte cadere anzitempo.

Foglie di vinoIl popolo del giorno non se ne accorge, ma il bosco inizia a colorarsi preparandosi a stupire chi ha voglia di addentrarvisi e viverlo nella sua bellezza. Esistono infiniti sentieri che disegnano il sottobosco, a saperli scorgere si possono immaginare i percorsi abituali degli abitanti, le loro esplorazioni o fughe precipitose verso le tane.

L’autunno riporta tranquillità e le prime nebbie ammantano il bosco di quell’aura di mistero che affascina. Dopo una passeggiata senza meta i pensieri si quietano e alla fine ne resta uno solo che mi porta direttamente di fronte ad un camino acceso e una tazza di meravigliosa cioccolata.

I colori del vino

Bacco

Mi ricordo bene come tutto ha avuto inizio: da una macchia di vino sulla tovaglia. Bianca, naturalmente e, altrettanto naturalmente, l’autore ero io e già prevedevo le pacate rimostranze di mia moglie alla vista della mia prodezza e pensavo alle inutili parole di scusa da parte mia per minimizzare il delitto e circoscrivere la pena. Poi, però, avvenne l’inimmaginabile: nessuna reazione, solo un’attenta osservazione di quell’informe e sgangherato sfregio sulla tovaglia immacolata.

Grappolo d'uvaDopo circa un minuto iniziai a preoccuparmi, vista l’assenza di reazioni evidenti; forse, pensavo, stava elaborando il lutto e passando in rassegna le possibili vendette che si sarebbero abbattute su di me ma, invece, nulla di tutto ciò avvenne. Successe che la macchia, osservata dal suo punto di vista, assomigliasse a un’immagine reale, forse qualcosa che poteva vedere solo lei in un momento di ispirata pareidolia e, alla fine, fu questo che mi salvò e diede inizio a una piacevole e curiosa avventura tra i vini; non più solo degustati ma usati anche come colore per creare dipinti.

I soggetti, inizialmente, risultavano particolarmente monocromatici ma, con il passare del tempo e le sperimentazioni, si fece strada tutta una serie di sfumature prodotte dai diversi vini che si andava a stappare. Ogni vino ha il proprio colore, l’annata e la conservazione ne producono varianti, la concentrazione ne esalta i toni e, se diluito, si combina con altre uve per produrre nuove sfumature.

Bicchieri di vinoBacco fu il primo a entrare in casa con il suo faccione rubizzo; seguirono poi foglie, tralci e acini come naturale attinenza con la fonte di quel colore e poi, finalmente, i bicchieri con quello che potrei chiamare un ritorno alle origini: il vino che dipinge se stesso.